I ragazzi e le ragazze del Centro per Giovani, come promesso, sono tornati in montagna con i volontari di GAM e FALC.

Questo secondo week end ci ha visti impegnati in una nuova esperienza di arrampicata sulla falesia del Sasso Remenno in Val Masino e in una lunga escursione dalla Piana di Preda Rossa (1950 mt) fino al lago di Scermendone (2339 mt).

In mezzo una cena gustosa in Val di Mello, per scoprire i sapori tipici ci queste zone: pizzoccheri, sciatt, polenta taragna che hanno destato curiosità e voglia di novità

Ancora una volta, queste esperienze, hanno fatto emergere incertezze, paure ma anche desideri ed aspettative. Fondamentale sono stati il sostegno e supporto tecnico degli esperti istruttori di FALC, che con dedizione e pazienza, hanno accolto ed ascoltato domande e dubbi dei nostri e delle nostre giovani.

Nel corso di questo cammino, durato circa 6 ore, ragazze e ragazzi del Centro per Giovani hanno avuto l’opportunità di prendere contatto con i limiti fisici e mentali che, grazie al sostegno del gruppo, sono poi stati affrontati e gestiti per raggiungere la meta.

Se nella prima uscita di luglio la frase slogan è stata “La montagna ti apre il cervello”, questa volta sono le parole di una delle nostre ragazze a rendere bene l’idea del vissuto di questi giorni: “Dopo la montagna, non sentirò più la fatica della strada“. Esperienze nuove, natura, sport sostengono nel percorso di crescita preadolescenti e adolescenti delle periferie in cui operiamo. Avere dei sostenitori come gli amici di GAM e FALC ci permette di offrire maggiori opportunità.

Di seguito trovate i racconti dei loro volontari, emozionati e poetici, punti di vista differenti dal nostro che arricchiscono ancora di più quanto abbiamo vissuto.

 

Il racconto degli istruttori di FALC

Una giornata sotto il quinto grado, ma al settimo cielo.

La giornata perfetta per un climber è alla ricerca di una bella falesia alta e verticale, dove può scalare stupende linee tra incastri, tetti e diedri, in un contesto montano unico e difficilmente accessibile. Un climber è sempre alla ricerca della difficoltà, di quella difficoltà che deve essere sempre di un grado in più.

Ebbene, nulla di tutto questo hanno trovato gli istruttori Falc quel sabato 1 ottobre: una falesia piccolina, un’arrampicata semplice e vicina al paese S. Martino. Ma quando il quadro è bello, la cornice passa in secondo piano. Dare la possibilità ai ragazzi di toccare la roccia, di muoversi verso l’alto sulla punta dei piedi, di far aderire della gomma su di un pezzo di granito e appendersi a quella corda di nylon tenuta tra le mani del compagno sono un’emozione che non siamo ancora in grado di descrivere. L’abbiamo vista nei loro occhi e sentita dalle loro grida quando sono arrivati in cima o in punti che non credevano di poter raggiungere. Quell’emozione è il quadro e il grado di difficoltà ne è solo la cornice.

Insieme a GAM e al Centro per Giovani di Comunità nuova è stata la seconda uscita: un connubio di risorse che ha consentito di portare a termine due weekend tanto impegnativi quanto pieni di soddisfazioni. Chi ha partecipato alla prima uscita non voleva mancare alla seconda e spera di poterci essere alla terza. Avere tra le mani una capacità, una dote o una risorsa e riuscire a condividerla con chi non ne potrebbe godere ci riempie di felicità. Forse è quello che abbiamo fatto col Centro Per Giovani,  certamente è quello che ha fatto il Centro Per Giovani con noi.

Prima d’ora non mi ricordo di esser mai stato in falesia scalando sotto il quinto grado e di trovarmi al settimo cielo.

 

Volontari GAM

Gita Dalla Piana di Predarossa 1.950mt al lago di Scermendone 2339Mt

La sera prima  di sabato 1 ottobre, giù in Valle, a San Martino in Val Masino, aveva piovuto una pioggerella autunnale fina fina: chi vive la montagna sa che può trasformarsi presto in neve, soprattutto se lo 0 termico scende, a 2300 mt in quegli ultimi giorni. Queste condizioni meteo portano a pensare a delle alternative, e quindi sentendo i Valligiani e chi altri frequenta la zona avevamo spostato la meta dalla vetta della Cima Vignone 2.608 mt appunto al Lago di Scermendone.

Ci troviamo quindi alle 8.30 alla partenza, la Piana di Predarossa, contraddistinta da un perfetto mondo orizzontale sovrastato da ghiacciai e alte cime di rocce grigie e rosse, solcato dalle spettacolari anse del fiume Duino che si snoda al suo interno come un gigantesco serpente. Siamo a 2000 metri, in un ambiente d’alta montagna, dominato dal Monte Disgrazia che, con i suoi 3678 metri, è la vetta più alta della valle (il più alto  in terra Lombarda) e che, adagiate ai suoi piedi, conserva le nevi perenni del ghiacciaio di Predarossa .

Il sentiero da affrontare è classificato E (escursionistico) in quanto molto ben segnalato, la temperatura è di circa 10 gradi (siamo riusciti a lasciarci alle spalle il caldo ancora intenso a Milano) e i ragazzi si comportano benissimo, non lamentandosi e godendosi questo ambiente completamente libero dai profili metropolitani: potrebbe anche fare un po’ paura, ma a chi non ne ha suscita sensazioni di libertà assoluta, quelle che la montagna sa trasmettere.

Durante il tragitto troviamo tutti gli ambienti tipici montani: il bosco fitto con sentieri non sempre intuitivi da seguire, i pianori percorsi da torrenti che i più avventurosi vogliono scoprire, fino a caderci dentro provando temperature dell’acqua forse sconosciute! E poi bivacchi non custoditi, ma tenuti in ordine con solo a casa propria si farebbe, e ancora carrarecce dove passano strani mezzi motorizzati che ricordano cosa abbiamo lasciato in città (forse per questo nessuno pensa di chiedere un passaggio), poi mandrie di capre con la vivacità degli animali che possono scorrazzare per pascoli infiniti… e, infine, la meta, il Lago di Scermendone, che sembrava irraggiungibile ma che ha permesso a molti giovani di superare limiti fisici e mentali.