Il Sistema Lavoro è un importante progetto di Comunità Nuova che prevede differenti azioni: tutte sono finalizzate ad aumentare la consapevolezza delle proprie capacità e a formare professionalmente giovani che altrimenti avrebbero difficilmente accesso al mondo del lavoro. In questa intervista Andrea, referente del progetto, e Alberto, educatore, ci spiegano cosa è cambiato dopo la pandemia di covid-19 e l’isolamento.

In questo periodo di emergenza e distanziamento sociale è difficile mantenere il rapporto con gli utenti: alcuni servizi sono stati sospesi, altri sono stati riformulati. Il Sistema Lavoro prevede il contatto diretto con molti ragazzi che cercano di entrare nel mondo del lavoro. La situazione attuale ha interrotto i loro percorsi di formazione e consapevolezza di sé. Come state operando? 
Abbiamo pensato che per affrontare questo lungo periodo, in cui incertezze e paure verso il futuro aumentano, sia necessario continuare ad aiutare le ragazze e i ragazzi con cui lavoriamo, in particolar modo quelli più fragili e disorientati Per questo motivo gli operatori del Sistema Lavoro hanno deciso di proseguire la loro attività, seppur in forma più light&smart.  
Continuiamo a sostenere i ragazzi cercando di renderli consapevoli dei loro talenti e delle competenze che potranno mettere in campo non appena le attività lavorative riprenderanno. 

 
Come siete riusciti a ridefinire il vostro servizio?  
L’obiettivo principale è quello di mantenere salda la relazione coi ragazzi. Per farlo abbiamo dovuto sperimentare nuove forme di formazione online e da remoto.  
WhatsappSkype e altri strumenti permettono la stesura dei curriculum e presto attiveremo, con l’aiuto di consulenti del mondo aziendale, webinar di preparazione teorica ma anche simulazioni del colloquio di lavoro e di utilizzo di strumenti informatici per fare preventivi, fatture ecc. 

 
Il progetto LifeMi (una delle azioni del Sistema Lavoro), in collaborazione con ICEI e finanziato da Fondazione Cariplo, dedicato a ragazzi richiedenti asilo dai 18 ai 25 anni, dopo la prima fase di orientamento al lavoro e la selezione per la formazione era in procinto a iniziare i corsi. Come hanno vissuto l’interruzione questi ragazzi?  
Abbiamo deciso di mantenere un contatto telefonico settimanale con loro. Questi giovani, che abbiamo incontrato poche volte, sono quelli che forse più di altri, stante la loro condizione familiare e giuridica, stanno soffrendo questo periodo. 
Il nostro intento in questo caso non è formativo, né di orientamento, ma di contatto e vicinanza: molti di loro vivono nei centri o nelle comunità di accoglienza, altri in contesti abitativi sicuramente non “agiati”. Il farci sentire che “ci siamo” e che “non appena tutto finirà ripartiremo con la loro formazione professionale” li fa sentire pensati e riconosciuti e non dimenticati come spesso accade a molti di loro.  

 
Alcuni percorsi di lavoro e formazione erano rivolti a ospiti dei nostri servizi, come il Centro Diurno Azimuth. 
Stiamo proseguendo a distanza il percorso di formazione al lavoro intrapreso con quattro ospiti del nostro Centro Diurno: incontri che hanno suscitato un buon interesse da parte dei ragazzi che al momento si trovano anche loro a casa. 

 
In periodi di crisi spesso si possono trovare nuove risorse e si cercano strade alternative per risolvere i problemi. La tecnologia, come avete spiegato anche prima, si sta rivelando una strumento irrinunciabile. 
La strada che abbiamo imboccato è proprio quella della sperimentazione e dell’innovazione. 
Abbiamo detto della riorganizzazione del Sistema Lavoro, che sfrutta alcuni strumenti già conosciuti da molti dei ragazzi che stiamo aiutando, come Whatsapp. Anche lo sportello bimensile attraverso l’InformaGiovani del Comune di Milano si è trasformato in un appuntamento digitalegli incontri di orientamento, di stesura del cv e di ricerca attiva del lavoro sono tutti rigorosamente online. 
Allo stesso tempo stiamo elaborando qualcosa di innovativo per il progetto CN Smart l’HUB 2.0, un’altra delle azioni del Sistema LavoroCon il finanziamento di Fondazione Marazzina, in collaborazione con Amici di Edoardo Onlus e L’Impronta Onlus, stiamo lavorando alla produzione di uno strumento digitale che possa supportare i ragazzi di cui ci occupiamo. 
Sono stati intervistati i referenti aziendali e sui dati prodotti lavoreremo insieme a Moze, studio specializzato nello sviluppo software, per capire quale forma e quali caratteristiche debba avere questo strumento. 

 
Le aziende sono uno dei poli della rete creata attraverso il Sistema Lavoro. Le misure restrittive hanno colpito anche loro: quali sono state le ripercussioni sui progetti di Comunità Nuova? 
Il primo effetto è stato quello della sospensione dei tirocini con il blocco delle attività lavorative. E temiamo che alla ripresa l’inserimento dei nostri ragazzi e ragazze possa non essere il primo pensiero dei datori di lavoro, impegnati a fronteggiare molte altre difficoltà 
Sarà importante fare leva ancora di più sull’importanza di non lasciare indietro nessuno e contare sulla responsabilità sociale delle aziende più sensibili.
Sarà fondamentale capire come si evolverà il mercato, quali nuove figure professionali saranno necessarie nel prossimo futuro e nel post-pandemia e attrezzarci per la formazione in questi campi.
Le aziende non ci hanno abbandonato: alcune di loro ci contattano per candidare come volontari i propri dipendenti che in questo periodo sono inoccupati a casa e stiamo verificando con quali obiettivi e con quali modalità possano affiancarci nel lavoro di sportello da remoto. 
Speriamo, e siamo fiduciosi, di poter avere ancora il loro aiuto e il loro sostegno nelle attività di Comunità Nuova in un settore che non usufruisce di contributi pubblici e ci auguriamo che molte altre possano pensare a come contribuire al nostro lavoro.