Chiara Veggetti è educatrice da 6 anni a Barrhouse, la comunità per minori di Comunità Nuova. Chiara è anche la disegnatrice che ha realizzato il disegno che abbiamo scelto per promuovere Kintsugi nelle iniziative legate al Giving Tuesday, la giornata del dono che cade martedì 1 dicembre.

Dopo una formazione artistica, durante il primo lavoro da illustratrice, Chiara diventa volontaria per un’associazione che si occupa di persone con disabilità: è qui che scopre una passione diversa, quella per la relazione, che la porta a iscriversi all’università al corso di Scienze dell’Educazione. Da qui inizia la nostra chiacchierata con Chiara.

Perché hai deciso di intraprendere una nuova strada, quella dell’educatrice?

C: La mia esperienza come disegnatrice ha messo in evidenza gli aspetti più individuali e solitari di quel mestiere e questo, dal punto di vista umano, era per me molto faticoso. Dall’epoca dei miei studi poi erano cambiate diverse cose e si era affermato l’uso di software nella grafica, tecnica che non amo particolarmente perché preferisco disegnare a mano. Mi sono resa conto che l’ambito relazionale era quello che mi interessava di più, quello in cui volevo investire il mio futuro.

Il disegno resta una grande passione. Perché disegni?

C: Disegnare significa tradurre in un segno un’idea, un’immagine che ho nella testa. Durante la mia formazione artistica ho imparato a fare questo. C’è poi una dimensione legata al disegno manuale molto importante: trovo piacere nel gesto, nel “sentire” il materiale. Non a caso prediligo l’acrilico e la tecnica mista che hanno forte concretezza. Quando disegno mi trovo in una dimensione diversa da quella razionale e mi fa sentire bene.

Ci sono punti di contatto tra il tuo essere educatrice e il tuo essere disegnatrice?

C: Questa è una domanda importante, ha guidato il mio percorso. L’ambito creativo sembra distante da quello pedagogico, ma la creatività è in realtà un punto di incontro. Come educatrice affronto situazioni che portano a mettermi in discussione, a riposizionarmi continuamente facendo appello a quelle che sono le mie conoscenze e le mie esperienze. Nel disegno funziona in modo analogo: mi trovo a rimettere in discussione quello che so fare. Nella testa abbiamo un’immagine a cui tendiamo, sia a livello artistico, sia a livello pedagogico. Ma poi ci si imbatte in quella che è la realtà: il foglio, le tecniche da utilizzare… oppure la storia e il vissuto dei bambini e delle bambine che incontro. Nel primo caso, per me, è tutto più semplice, nel secondo invece è più complesso ma anche più coinvolgente. Per questo ho preferito percorrere questa strada.
Il disegno finale non sempre coincide con l’immagine, all’idea che si ha in testa: va accettato sapendo di aver fatto il massimo. Allo stesso modo non possiamo pensare di disegnare bambini così come ce li siamo immaginati, possiamo solo aiutarli a crescere.

Come è nato il disegno di Kintsugi? Barrhouse, la realtà in cui lavori, è una comunità residenziale per minori. Kintsugi è invece un progetto di sostegno ai nuclei mamma-bambina/o provenienti da situazioni di fragilità. Come sei riuscita a rappresentarlo?

C: Innanzitutto è stato molto importante incontrare l’equipe del servizio (Sara, Maria Chiara e Rossella). La parola Kintsugi è molto ricca di suggestioni e non è stato difficile trovare l’ispirazione. La realizzazione del disegno ha avuto diversi passaggi: inizialmente la figura della donna che riscostruisce il cuore era prevalente. La mamma gioca un ruolo attivo molto forte, da lei hanno origine la spinta vitale e il desiderio di intraprendere questo percorso, nonostante le enormi difficoltà. Ma Kintsugi sostiene il nucleo nel suo complesso, i figli sono parte fondamentale e complementare del progetto. Per questo ho aggiunto la bambina e il bambino. Anche l’immagine dell’albero intorno al cuore ricomposto ha un significato metaforico: il seme, per dare vita al germoglio, deve spaccarsi.
È dalla rottura che si ricostruisce, si trasforma, si cambia dando forma a qualcosa di nuovo ed estremamente significativo.

Per il Giving Tuesday, DONA a Kintsugi e VOTA!