Il 5 marzo si è tenuto il forum “Fuori dal bosco”, un dibattito nel quale, partendo dalla situazione di emergenza del bosco di Rogoredo, si è parlato anche del tema della fragilità (personale, sociale e a volte anche economica) che spesso porta a fare scelte sbagliate.

L’iniziativa è stata organizzata dal Corriere della Sera, che proprio in occasione del suo compleanno (il giornale è uscito per la prima volta il 5 marzo 1876) ha deciso di celebrare la ricorrenza nell’atrio della stazione di Rogoredo. Una scelta simbolica che segue l’interesse mostrato dalla redazione sul bosco e su quello che vi accade. Gli articoli pubblicati negli ultimi mesi hanno sicuramente contribuito a dare visibilità al problema e a coinvolgere l’interesse dei cittadini.

Progetto Rogoredo – L’unione fa la forza è il nome di un progetto nato a gennaio, fortemente voluto dal Prefetto Renato Saccone, in cui sono presenti Regione Lombardia, Comune di Milano, Municipio 4, ATS Milano, ASST Fatebenefratelli Sacco, Croce Rossa Italiana e alcune associazioni di volontariato. Comunità Nuova, insieme agli operatori di Cooperativa Lotta contro l’Emarginazione, è presente e attiva nel bosco con una unità mobile sanitaria della CRI.
La presenza di un gruppo di volontari che fa riferimento alla Parrocchia di Rogoredo, oltre che altre Comunità, sono un ulteriore valore aggiunto del progetto.
Una risposta corale per una situazione complessa, che va oltre l’emergenza di Rogoredo, come detto dal Prefetto proprio al forum. I ragazzi di Rogoredo non sono un corpo estraneo della società: dietro di loro ci sono delle famiglie e una comunità d’appartenenza.

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Al forum ha partecipato anche don Gino, che ha sottolineato l’importanza del lavoro fatto in questi mesi, un lavoro basato prevalentemente sulla relazione. Nonostante la presenza di una rete di servizi, l’aggancio e l’intervento risultano sempre difficili. Il primo passo va fatto per instaurare un rapporto di fiducia con i ragazzi del bosco.

Il bosco di Rogoredo è diventato per i giovani (e giovanissimi, il target si sta abbassando molto) un luogo di pellegrinaggio, un santuario che deve essere smantellato. Per farlo, sono due i fronti su cui combattere: quello del controllo del territorio e della repressione del traffico e quello dell’aggancio e della riduzione del danno, quest’ultimo ben conosciuto da don Gino e Comunità Nuova.

Gli operatori sono presenti con interventi a tutela della salute delle persone, anche se consumatrici di sostanze, ma anche con interventi di counseling, orientamento e invio ai servizi territoriali pubblici e privati.
I ragazzi sono i più indifesi di fronte alle sostanze, presentano sempre più fragilità, hanno bisogno di adulti significativi che credano in loro, che li aiutino a fare gruppo e comunità, che non esasperino l’individualismo su cui si basano il successo o l’insuccesso.

Don Gino ha poi evidenziato l’importanza della prevenzione: i giovani hanno la presunzione di conoscere tutte le droghe, in realtà non sempre ne sanno. Bisogna entrare nelle scuole e nei luoghi dell’aggregazione giovanile con progetti mirati (come DRUGS, un’iniziativa della nostra associazione) per creare occasioni di informazione e confronto con adulti competenti e capaci di relazione.

Uscire dal bosco è possibile. La strada è tracciata, i primi passi sono stati fatti: ora serve il contributo di tutti gli attori coinvolti.

Al forum “Fuori dal bosco”, hanno partecipato Luciano Fontana, direttore del Corriere della Sera, Venanzio Postiglione, vicedirettore, Fabio Finazzi, caporedattore di Corriere Milano, Urbano Cairo, presidente di RCS, Renato Saccone, prefetto di Milano, Attilio Fontana, presidente di Regione Lombardia, don Gino Rigoldi, presidente di Comunità Nuova, Simone Feder, operatore della comunità Casa del Giovane, Fiore, padre di un ragazzo uscito dal bosco di Rogoredo.

Questo è il video integrale degli interventi:

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